Prossimi Appuntamenti:


Prossimi progetti con i ragazzi:


LUUNEDI' 25 DICEMBRE - PRANZO A CASA DEI VOLONTARI
h. 10.00 ~ S. Messa presso il Villaggio E. Litta.
h. 12.00 ~ Partenza per le diverse case dei volontari.
h. 17.00/17.30 ~ Rientro in Istituto.

Assemblea Ordinaria:
1° Convocazione:
2° Convocazione:
Ordine del giorno:
- da definire...


N.B. Il Programma potrebbe subire alcune variazioni...


Per Adesioni ed ulteriori info: Contattare il numero 346.75.98.061

"Mando mille benedictioni non solamente alli presenti ma anco alli futuri che saranno operarii in questa santa religione fino alla fine del mondo"  (San Camillo De Lellis)

Le nostre Attività:

Anche quest’anno, come i precedenti, non abbiamo mancato di festeggiare insieme ai nostri ragazzi tutte le ricorrenze del periodo Natalizio.

Quale inizio migliore se non una messa celebrata dalla nostra guida spirituale Padre Modeste. L’omelia sempre ricca di spunti critici e di momenti di profonda riflessione, si è soffermata sull’attuale valenza del Natale ed in particolar modo nella sua dimensione tutta italiana di “festa della famiglia”.

In definitiva questo è stato: ogni volontario ha avuto la gioia di poter ospitare uno o più amici del Villaggio. Ed è proprio in questa occasione che si sono inverate le parole di Modeste: i ragazzi, ospiti d’eccezione, sono stati accolti nelle famiglie che si sono dimostrate non isole gelose di felicità, ma quanto mai accoglienti focolari.

Tavole imbandite di ogni prelibatezza hanno allietato la permanenza dei ragazzi che in ogni caso sembrano aver apprezzato. Dopo un breve riposo per riprendersi dalle fatiche del pranzo, i ragazzi hanno fatto rientro nelle relative casette, ancora elettrici per l’eccezionalità della giornata che li aveva visti gli autentici protagonisti.

Ma i festeggiamenti non terminano qui, anzi, proseguono il 31 Dicembre con il cenone di Capodanno.

Il salone adiacente alle casette, riccamente addobbato dalle ragazze dell’Associazione, è stato teatro di balli, canti e……. di un curato menù preparato nelle cucine dell’istituto. Fulcro della festa sono stati i ragazzi, solo per citarne alcuni, la nostra velina Melissa ha animato la pista con i suoi stacchetti musicali e il nostro caro Fabrizietto che non ha lesinato abbracci per chiunque gli capitasse “a tiro”, ma sono state le risa e le grida di gioia di tutti, a darci la conferma dell’ottima riuscita della serata, che si è conclusa, è proprio il caso di dirlo, col botto!. Fontane e batterie di fuochi artificiali hanno illuminato il piazzale, accompagnati dallo scoppio dei tappi delle bottiglie di spumante e dei petardi, tanto cari al nostro fuochista Davide

Ancora non paghi e desiderosi di divertirci insieme ancora un’altra volta, non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione di celebrare l’epifania. Solita ricetta vincente: balli, karaoke e tante squisitezze. Quando all’improvviso, sorpresa tra le sorprese, è stata la befana in persona ad unirsi a noi con tutto il suo carico di calze stracolme di dolciumi, distribuite per la gioia dei ragazzi. Si conclude così questa maratona del divertimento e dell’allegria. Il prossimo appuntamento sarà per Carnevale.

(Francesco e Chiara)

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Io e l'Associazione...

Se penso a questi miei primi 2 anni in Associazione, penso ad una nuova famiglia. Una famiglia composta da noi tutti volontari e da tutti i piccolini per cui organizziamo ogni cosa, i nostri piccoli fratellini… una famiglia di cui mi sento di fare parte anche io adesso, e da cui mi sento accolta!

La mia prima uscita è stata una polentata ad Arcinazzo… Un classico ormai… Un appuntamento da non perdere! Per me era tutto nuovo, eppure ero già parte del gruppo! Era bellissimo vedere come i volontari conoscevano la casa e i ragazzi, come tutto funzionava a catena, una catena meravigliosamente armoniosa che aveva i volontari a fare la parte degli anelli.

Arcinazzo. La prima cosa che viene da dire quando si torna lì è “finalmente a casa”. Ed è veramente così! Adesso vivere con gli altri volontari ogni anno insieme questa avventura è la normalità, ed ancora non dormo la notte prima della partenza per l’emozione, ed a fine estate piango nel tornare a casa.

E quello che sento adesso è la sensazione di vivere un miracolo in quella casa: siamo solo volontari, e come tali non esperti del settore, viviamo una convivenza di circa un mese con quei ragazzi e tutto è fantastico… cosa, se non un miracolo, potrebbe aiutarci a portare a termine un’avventura così? Ci sono momenti difficili tra noi, la convivenza è sempre difficile… ma troviamo il modo di superarli! Tante persone non capiscono perchè tanti di noi decidono di dedicare gran parte delle vacanze al campo e allora l’unico modo per farglielo capire è spiegargli quanto ci si sente al sicuro in quella casa, in quel contesto protetto, dove senti che San Camillo ti prende per mano, e che per farlo usa le mani e le braccia di quegli angeli con cui passi l’Estate… San Camillo ti prende per mano e ti porta al Signore, dritto da Lui con le tue preghiere, anche se pensi di non saper pregare. E quando sono con loro, con il più piccolo ed il più debole dei miei fratelli, sento che il mio cuore si apre al Signore, e Lo ringrazio perché mi aiuta a farlo.

San Camillo. Ecco un’altra tappa importante del mio percorso in Associazione. Non conoscevo assolutamente la figura di questo Santo straordinario. Sono arrivata al Villaggio per fare un tirocinio e per il mio primo anno al Villaggio Litta, San Camillo era solo la statua all’entrata… poi qualcosa è cambiato… Durante la festa di San Camillo ho iniziato a capire qualcosa in più della sua fantastica personalità, qualcosa in più sui Camilliani, ed anche qualcosa in più sull’associazione che si ispira e che prende forza e coraggio dalla figura di San Camillo e dal suo carisma. E così poi è arrivata la giornata a Bucchianico, la Veglia per questo Santo che aiuta e ci sorregge quando assistiamo i nostri fratellini.

Ecco, questi sono i miei primi due anni con l’Associazione di Volontariato Villaggio Eugenio Litta. Se ripenso alle nostre giornate mi vengono in mente le gite, i pulmini, le partenze ed i rientri, le grosse mangiate, le merende, i frullati, la sveglia all’alba, le grasse risate, la serenità di Arcinazzo, l’ansia della preparazione delle feste, degli spettacoli, i grandi insegnamenti di vita degli altri volontari e dei Padri, il sapere che siamo tutti lì con un obiettivo troppo importante per farsi prendere dalla stanchezza, e poi la commozione, l’emozione, l’Amore, i miei piccoli fratellini, la mia nuova famiglia.

Tutto questo è l’Associazione per me, e non smetterò mai di ringraziare tutti, volontari e Padri, per avermi dato la possibilità di cambiare la mia vita.

(Francesca)

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Condivisione

Alcuni anni fa, parlando con una persona a me molto cara le confidai il desiderio che avevo, in quel momento della mia vita, di dover fare qualcosa per gli altri ( forse ancor meglio per me stessa, ma questo l’ho scoperto solo dopo! ), ma non sapevo né cosa fare, né come e né dove.

Con il passare del tempo il desiderio si è trasformato in un bisogno, dovevo trovare una soluzione.

Sono diventata una volontaria unitalsiana. La prima esperienza con l’ U.N.I.T.A.L.S.I. è stata il treno degli adulti poi, negli anni a seguire, ho deciso di partire con il treno bambini.

E’ stato a Loreto bambini che ho conosciuto i volontari e i ragazzi dell’istituto Litta, ho scoperto l’esistenza di un realtà nuova, una realtà che per me, tutto sommato, non doveva essere così, il mio lavoro di insegnante mi portava e mi porta tutti i giorni a vivere la disabilità, ma credetemi non era così scontato!

Quello che mi ha colpito immediatamente è stata la cura, l’amore con cui i volontari accudivano i ragazzi disabili, una cura ed un amore che, a mio avviso, solo un genitore è in grado di dare, ma il tempo mi ha fatto ricredere..

Il soggiorno a Loreto è stata la risposta al cosa, al come e al dove di qualche anno prima.

Parlando con Filippo, Daniele e gli altri volontari sono venuta a sapere dei soggiorni estivi ad Altipiani di Arcinazzo, mi sono subito ripromessa di andarli a trovare.

E’ iniziato tutto così.

Nel mese di agosto sono andata finalmente alla “fragoletta”, questo è il nome della struttura, e sono rimasta lì per circa una settimana, non so quante volte ho ringraziato Filippo, il presidente dell’associazione, per avermene data la possibilità.

Le mie difficoltà, non nascondo, le ho avute, più di una volta, ma che dico, moltissime volte ho pensato di non essere in grado, di non riuscire a farcela, di essere di peso, di intralcio agli altri volontari, loro erano così organizzati, pronti e attenti alle esigenze di ciascun ragazzo.

Dopo tre Altipiani di Arcinazzo qualcosa cosa ho imparato anche io, posso dire che sono diventata brava? Ma… lo dovrei chiedere a Claudia e a tutti gli altri!!

Di una cosa sono sicura: spesso basta un semplice sorriso per far sentire meglio l’altro, per farlo sentire amato ed accettato, i ragazzi del Litta, in fondo, chiedono solo questo.

Che duri una settimana, venti giorni o quello che sia, vivere Arcinazzo significa vivere in condivisione, significa sentirsi parte di una famiglia, molto originale nelle sue componenti, ma una gran bella famiglia.

Non dimenticherò mai le parole di padre Modeste quando, in un momento per me particolare del soggiorno, ricordandomi un passo del Vangelo mi disse “ non dimenticare mai che il bene che fai al più piccolo dei tuoi fratelli è come se lo avessi fatto al Signore e lui ti ama proprio per questo”.

Grazie ai miei amici volontari e ai ragazzi del Litta.

(Rosanna)

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UN INVITO DAVVERO SORPRENDENTE

Quanti santi conosciamo? Chi più ne ha più ne metta! I patroni di Italia: Francesco e Caterina; quelli di Roma: Pietro e Paolo; quelli del nome che portiamo e quelli che ci ha tramandato la famiglia da cui arriviamo. Mi ritrovo, per esempio, una grande devozione per P. Massimilano Kolbe perché la maestra delle elementari ci fece un giorno, forse eravamo in V, una incredibile esaltazione del santo. Massimiliano Kolbe…mica lo avevo mai sentito, ricordo perfettamente che passai in rassegna i santi in mia conoscenza allora: nonna mi faceva pregare P. Pio, zia Clelia Domenico Savio, mamma leggeva sant’Agostino così io, questo frate che cantava nel lager non sapevo proprio chi fosse. Per quasi 30 anni l’ho lasciato in sospeso, ed è bello avere alcuni sospesi nella vita…lasciano uno spazio alla Provvidenza!

Due anni fa sono partita per la Polonia, sulle orme di un altro santo, il pellegrinaggio faceva tappa ad Auschwitz . Si palesarono ai miei occhi il lager in cui il frate cantava e la cella in cui morì dopo aver offerto la sua vita, in cambio di quella di un padre di famiglia…un po’ indietro, e più soffuso, lo sguardo indimenticabile della mia maestra. Pensai di dover approfondire qualcosa su questo santo, i propositi del pellegrino! Passò un anno e, per strane contingenze, entrai in libreria ad Assisi, primo libro su cui mi cadde lo sguardo l’Epistolario di p. Massimiliano Kolbe. Oggi è tutto più chiaro e il lager è quasi un dettaglio nella vita di questo santo.

Quanti sono quelli che considerano San Camillo un ospedale, il Villaggio Litta un istituto per bambini disabili e le religiose e i religiosi Camilliani quelli che c’hanno la croce rossa sul petto? Bene! auguro a ognuno di loro un sospeso provvidenziale, auguro loro di ricevere un invito. Proprio come quello che è arrivato a me, non per andare in birreria o in un locale, non in casa di Daniela, Fabio o Paolo, neanche per un cinema. Era un invito come tutti gli altri: “Virgi, sei libera il 14 luglio sera?”, ma proponeva una cosa diversa: “ti va di venire a una veglia per San Camillo?”…ero stanca, stravolta, stremata quel giovedì, ma avevo detto si e dovevo sbrigare una commissione…ho preso la macchina e sono andata!

Villaggio Litta, 14 luglio 2011 – Grottaferrata.

Dal tetto della chiesa 2 banner enormi arrivano quasi in terra in mezzo a tanti nastri colorati, uno raffigura San Camillo, nell’altro c’è una frase, è bellissima, mi colpisce subito. Troppo lunga da ricordare a memoria. Vorrei segnarla, ma non ho la penna. Neanche un foglio. Leggo l’autore e fisso in testa alcune parole chiave, magari me la cerco su internet. Don Giussani: esistenza, mendicanza, mendicante il vero protagonista.

Mi siedo aspettando l’inizio della veglia, il vento muove i nastri colorati che mi sovrastano, il sole che tramonta conferisce loro dei piccoli bagliori.

Il Vescovo Martinelli apre la cerimonia, sono ormai le 20 passate, avverte i fedeli che è in arrivo una Reliquia del Santo. Già, perché su richiesta dei pedanti fratellini Germano e Antonio, il Padre Generale: Renato Salvatore, ha dato l’ok perché arrivasse il Sacro Cuore del padre Camillo.

Il Vescovo impartisce una benedizione con la teca che conserva un Cuore intatto, bellissimo. Che emozione vederlo così bene e poterlo venerare un po’. La Reliquia rimane esposta in Chiesa per tutta la durata della veglia.

Lo stesso palco che ha ospitato il Vescovo e la rappresentanza dei religiosi e delle religiose camilliane si svuota per rianimarsi poco dopo di ragazzi che corrono, che passano fili, che sistemano microfoni.

E’ buio ormai, c’è silenzio, il palco è rimasto vuoto, forse una persona si muove verso un leggio. Non vedo bene, sono un po’ stanca, un po’ emozionata…penso alla frase, a San Camillo di cui conosco per sommi capi la vita e l’opera, le note del Magnificat cantato da Mina richiamano la mia attenzione. Una voce fuori campo introduce, a piccoli flash, la vita di Camillo de Lellis.

Un lettore sul palco legge una biografia, in lingua volgare, dettagliata del santo. Camillo, come San Paolo, è prima un uomo di mondo, un giocatore di dadi e carte, uno donnaiolo uno che guadagna qualche spicciolo partendo in guerra e lo perde al tavolo da gioco. Il lettore narra di una piccola ferita al piede di San Camillo, ferita che poco a poco cambierà la sua vita e lo metterà a conoscenza della situazione degli ospizi e come in questi fossero trattati gli infermi.

Ci sono dei momenti precisi in cui il lettore si ferma, intervengono alcune persone che portano una testimonianza della loro esperienza. Il primo a parlare è Marco un ragazzo di Nuovi Orizzonti. Racconta di una vita prima e di una vita dopo. L’incontro con Chiara Amirante, “una donna con un sorriso stupendo e degli occhi bellissimi che si recava da loro, barboni, nelle gallerie della stazione Termini con il Vangelo in mano…”, Marco dice che per lui è stato un po’ come San Paolo, un po’ come San Camillo. Tra me e me penso che tutti possiamo essere santi…il lettore riprende e mi colpisce una frase “non per me indegno, ma per la potenza e la misericordia di Dio.

E’ Lui che fa nuove tutte le cose. Si, tutti possiamo essere santi!

Mi sono resa conto di conoscere ben poco della vita di questo santo, ascoltare è stato bellissimo! Scopro una grandissima devozione di Camillo per la Madonna, andò a Loreto, celebrò la prima messa l’otto settembre e la devozione di Camillo per Maria è lo spunto perché una ragazza intoni un Ave Maria di Schubert e che ci sia raccontata una seconda testimonianza. Parla un barelliere dell’UNITALSI; Giovanni racconta dei suoi pellegrinaggi a Lourdes e a Loreto, si capisce così che per Giovanni incontrare l’infermo, alleviare le sue pene, accompagnarlo per le vie di questo mondo è diventata, come per Camillo, legge di vita!

Il lettore prosegue, inizia a descrivere il primo ricovero organizzato da San Camillo, il modello si allarga all’estero. Il lettore si ferma, è il momento di due testimonianze dell’opera dei camilliani nel mondo. Il primo a parlare è Antonio Agozzino, Caporal Maggiore dell’Esercito Italiano, conosce i camilliani in Kossovo, sono entrambi lì a portare un po’ di sollievo e ad aiutare un popolo molto provato da una lunga guerra. Entra poi un uomo magro e di statura media sale sul palco, con una voce dolcissima, ma ferma si presenta. Fratel Luca, camilliano. Nessuna croce sul petto, ma pantaloni e camicia. 20 anni in India. Ci racconta la sua esperienza e il contatto con la gente. Ho i brividi e tutto diventa ancora più suggestivo quando Claudia e Sara - volontarie del Villaggio Eugenio Litta - ballando interpretano metaforicamente l’aiuto a un bisognoso, hanno gesti di profonda cura e attenzione verso un uomo mascherato: l’infermo, il sofferente.

Sulle note di “Nei giardini che nessuna sa” di Renato Zero, pensavo si chiudesse la veglia. No, ancora un’emozione: passano velocemente dei ragazzi che accendono le candele precedentemente distribuite, mi consegnano anche un santino. Vedo la foto del manifesto e una scritta sotto. Non ho tempo di leggere, è iniziata la preghiera a San Camillo che trovo sul retro.

La veglia è finita, metto candela e santino in borsa. Saluto tutti e me ne vado, il cuore è davvero colmo di gioia.

Rifletto su chi pensa a San Camillo come a un ospedale, penso al sorriso di suor Gemma, alla riservatezza di P. Albert, allo sguardo di P. Modestè, alla timidezza di suor Angel, alla confidenza con cui fratel Antonio dice “Camilluzzo mio” guardando il Sacro Cuore, penso infine alla caparbietà di Germano nel volere tutto questo, penso ai volontari del Villaggio che si sono veramente spesi per realizzare una magnifica serata, Filippo, Claudia, Claudio, l’altro Claudio, Ivano, Francesca, Maura, l’altra Francesca, Alessandra, Federico, Daniele, Sara e all’altra Alessandra e poi a … grazie a ognuno di voi perché con il vostro impegno vi siete resi apostoli e testimoni di un grande santo.

Tornando in casa incontro un semaforo rosso, mi fermo e tiro fuori il santino. Dal lato dell’immagine. Leggo la frase sottostante: “L’esistenza si esprime, come ultimo ideale, nella mendicanza. Il vero protagonista della storia è il mendicante: Cristo mendicante del cuore dell’uomo e il cuore dell’uomo mendicante di Cristo”. Sorrido pensando che non ho bisogno di cercare su internet alcune parole di don Giussani!

(Virginia, volontaria simpatizzante)

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L'Associazione di Volontariato Villaggio Eugenio Litta ringrazia quanti hanno preso parte alla veglia, ma soprattutto ringrazia: i religiosi Camilliani (comunità di Grottaferrata), il nostro Padre Provinciale ed il Padre Generale, che hanno reso possibile tutto questo!

Infine, si ringrazia di cuore per la partecipazione S.E.R. Mons. Martinelli

Gli organizzatori della "VEGLIA"

S.E .R. Mons. Raffaello Martinelli, Vescovo di Frascati

Il Cuore di San Camillo esposto in Chiesa

Il Cuore di San Camillo esposto in piazza

Balletto

P. Modeste Assistente dell'Associazione

Lettura del testo di P. Sanzio Cicatelli - Federico ed Alessandra

Alessandra e Antonio Agozzino, Primo Caporal Maggiore

Stand delle Associazioni


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Il 24 e 25 Maggio 2011, si è svolta a Roma, presso la Casa Divin Maestro di Ariccia, l’Incontro Internazionale della Grande Famiglia di San Camillo, 120 persone tra Religiosi e Laici, provenienti da 23 Nazioni, tutti “Rami di un unico Albero: San Camillo” come ci ha definito il nostro Reverendissimo Padre Generale Renato Salvatore.

La Grande Famiglia di San Camillo infatti è fatta da persone che vivono e lavorano seguendo l’ispirazione e lo spirito di S. Camillo de Lellis.

Per la Provincia Romana, assieme ai Padri Camilliani, ha partecipato all’Incontro l’Associazione di Volontariato Villaggio Eugenio Litta, che opera all’interno dell’omonimo Istituto di Grottaferrata, a servizio degli infermi, con l’intento di farli sentire amati ed in famiglia… “con cuore di madre”.

L’Incontro è stata un’esperienza fantastica, un rivivere le idee ed i sentimenti di San Camillo. Infatti martedì ha avuto inizio con la relazione del Padre Generale, che ci ha ricordato le “radici” del Carisma Camilliano, presentandoci una rivisitazione storico-spirituale della Lettera Testamento di San Camillo, uno scritto meraviglioso del nostro Padre Fondatore; nella quale Egli invita i Suoi Figli Religiosi e Laici:

· ad operare con più cuore nelle mani,

· ad operare come specialisti della santità, prima ancora che specialisti della sanità, puntando alla Sacralità del malato.

Trasmettendo il Suo desiderio di farci testimoni ed evangelizzatori di questo Carisma, totalmente affine alla Lettera d’Amore che Dio ha lasciato per noi, il vangelo, e sottolineando come il malato, sempre ed ovunque, è Dio!

Ma ricordandoci anche, che Cristo, per mezzo dello Spirito Santo e San Camillo ci ha chiamati alla Vocazione Religiosa o Laicale, quali maestri d’Amore, e quindi quali diretti portatori di Dio.

Ci sono state diverse testimonianze provenienti da varie parti del mondo dei “volti odierni del Testamento di San Camillo”: Maria Fischnaller Pircher, della Famiglia camilliana laica di Bolzano, presidente del Centro ciechi san Raffaele, accompagnata da altri amici; suor Riccarda Lazzari delle Ministre degli Infermi; Grégoire Ahongbonon, fondatore di “prodigiose” istituzioni per “liberare” i malati di mente in Centro Africa (i malati mentali in quei luoghi sono letteralmente “incatenati” e impediti a muoversi: Grégoire spezza “fisicamente” quelle catene!); ed Enrique Perez della Famiglia camilliana laica spagnola, anch’egli impegnato in varie attività di volontariato. E’ meraviglioso vedere come la nostra Famiglia sia così Grande ed internazionale.

L’incontro è poi proseguito con “Le sfide dell’oggi della Grande Famiglia di San Camillo” con la relazione del Padre Provinciale Francese Thierry De Rodellec, che ci ha mostrato come il testamento si apra al futuro, sottolineando l’attualità di questo documento scritto circa 400 anni fa e suggerendoci così la via più sicura per proseguire l’avventura al seguito di Cristo, nella maniera di San Camillo.

Abbiamo poi ascoltato alcune testimonianze legate a questa relazione di Religiosi e Laici che operano “in ascolto dei segni dei tempi”, con l’intento di sanare e mitigare le tante ingiustizie sociali per ridare dignità alla persona umana: abbiamo ascoltato Fratel Lino Casagrande M.I., impegnato nel sostegno di persone, specialmente giovani, in gravi difficoltà (come la tossicodipendenza, l’HIV-aids ecc.); suor Silvie Ouédragou, giovane burkinabée appartenente alla congregazione delle Figlie di san Camillo, attualmente impegnata nell’Ospedale romano intitolato alla fondatrice beata Giuseppina Vannini; il dott. Paolo Pezzana, sociologo e – fra le tante altre attività – presidente della Federazione italiana organismi per le persone senza dimora; padre Francis O’Conaire ofm, impegnato, soprattutto in El Salvador, in attività di “Giustizia, pace e integrità del creato”.

Mercoledì la giornata ha seguito il Tema cardine dell’Incontro: Essere e riconoscersi “Cento braccia, un solo cuore”, con la Presentazione del 4° centenario della Morte di San Camillo fatta da Padre Renato Salvatore, che poi ha lasciato parecchio tempo ai Gruppi di Lavoro, divisi per Lingua, per farsi promotori ed ideatori di un programma di eventi che porti a vivere in pieno Amore ed in piena Spiritualità l’anno del Centenario che inizierà il 14 Luglio 2013, per concludersi il 14 Luglio 2014. Una Festa unica, festeggiata in tutte le parti del Mondo!

L’Incontro della Grande Famiglia di San Camillo è terminato poi a Roma, presso la casa Generalizza: la Chiesa della Maddalena, con la celebrazione della S. Messa presieduta da Padre Renato Salvatore accompagnato dai suoi predecessori nella guida dell’Ordine, padre Angelo Brusco e padre Frank.

E come poteva finire un incontro dal Tema: “Cento Braccia un solo Cuore” se non intorno al Sacro Cuore del nostro amato San Camillo che ci ha scelti e ci ha chiamati ad essere Maestri d’Amore sulla via più sicura che porta a Cristo?…

(Filippo)

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Domenica 29 Maggio, il gruppo dell’Associazione di Volontariato Villaggio Eugenio Litta ha organizzato una giornata diversa per i bambini e i ragazzi del reparto residenziale dell’omonimo Centro di Riabilitazione.

La giornata è iniziata con la celebrazione della Santa Messa nella chiesa del Villaggio, in modo da iniziare questo incontro associativo ringraziando San Camillo e Dio per averci messo sulla strada questi piccoli Angeli; perché in loro ritroviamo ogni volta la gioia di vivere e di apprezzare la semplicità e la bellezza di ogni più piccolo elemento del mondo.

Il resto della giornata si è svolto tra passeggiate, merenda, pranzo, giochi e coccole per tutti nel verde della campagna romana nella zona dei Castelli Romani, nel Comune di Monte Porzio Catone immersi nella serena area archeologica del Tuscolo.

La nostra Associazione organizza giornate come questa per i bambini e i ragazzi del reparto residenziale, per essere per loro “Famiglia”, che possa farli sentire amati e protetti.

È per questo che, nel nostro piccolo, cerchiamo di avere cura di questi ragazzi con “cuore di madre”, certi di avere alla spalle un aiuto dall’alto: l’aiuto di San Camillo che ci invita ad amarli e ad avere “più cuore in quelle mani” ogni volta che ci avviciniamo a loro non solo fisicamente ma anche spiritualmente.

Da questa giornata, forte come sempre, viene il Grazie di tutti noi volontari ai nostri ragazzi che ci permettono di crescere come persone, e come gruppo in senso qualitativo perché tra noi ad ogni occasione cresce l’affetto reciproco, e cresce quindi il senso di “Famiglia” che noi tutti vogliamo essere!

(Francesca)

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Domenica 15 Maggio 2011 l’Associazione di Volontariato Villaggio Eugenio Litta ha organizzato un pellegrinaggio a Bucchianico, sui luoghi di San Camillo De Lellis.

La Nostra Associazione, Camilliana, segue nel proprio operato il carisma di questo meraviglioso Santo che ha saputo portare innovazione nell’ambito sanitario, facendosi guidare dal Suo cuore Santo, e che ci ha insegnato a rapportarci con gli Infermi che Dio mette sul nostro cammino “con cuore di madre”.

Ripercorrere i luoghi che lo hanno visto nascere e crescere è per ognuno di noi, momento di deserto spirituale, deserto nel quale ritroviamo la nostra vocazione laica di Figli di San Camillo a sentirci “madri e padri”, rendendoci conto inoltre, di essere dei prescelti, dei “raccomandati”, che hanno l’opportunità di accudire Cristo per mezzo dei piccoli Angeli che il Signore mette sul nostro cammino.

Siamo partiti alle 7.30 dal Villaggio Eugenio Litta, con un gruppo di 25 persone; appena arrivati a Bucchianico, abbiamo visitato la parrocchia, la casa natale e la chiesa di S. Urbano.

Abbiamo pranzato egregiamente al Centro di Spiritualità Nicola D’Onofrio (che ringraziamo per l’ospitalità) ed abbiamo visitato la fornace, lungo le rive del fiume Foro.

Infine abbiamo culminato il nostro pellegrinaggio con la visita al Santuario, al Museo di San Camillo ed alla splendida Cripta, dove il nostro Carissimo Padre Modeste (Guida Spirituale della nostra Associazione) ha presieduto la S. Messa, riservando ai presenti una meravigliosa omelia.

Guida di tutta questa fantastica giornata, il nostro Carissimo Fr. Germano, che nonostante la Sua giovanissima età è sempre un grande esempio del Carisma Camilliano.

Grazie a tutti i Padri che ci hanno accolto: Mille Grazie a Padre Castaldo che ha pranzato con noi e che ci ha fatto sentire in famiglia. Grazie ai Padri della nostra Comunità: Grazie a Padre Modeste che ci ha accompagnato fisicamente, Grazie a Padre Onorio che ci ha accompagnato con la preghiera, e grazie a Padre Albino che rende sempre possibile ogni nostro progetto.

Infine… Un enorme, enorme Grazie a Te… SAN CAMILLO che ci guidi dall’alto ad essere testimoni dell’Amore di Dio Padre, e ci rendi FAMIGLIA unita, gioiosa ed amorevole. GRAZIE!!!

(Filippo)


UNA DOMENICA SULLE ORME DI S. CAMILLO

Domenica 15 maggio noi volontari dell'associazione di volontariato Eugenio Litta, insieme a parenti e amici, abbiamo trascorso una bellissima giornata a Bucchianico.

Bucchianico , agli occhi del visitatore , appare come un placido e sonnecchiante borgo medievale, adagiato su un'altura; ma agli occhi del pellegrino è impossibile non notare la onnipresenza di S.Camillo.

Il Padre fondatore dell'ordine camilliano, è presente in ogni angolo e ciò a manifestazione di quanto, col passare dei secoli, non sia venuto meno il legame di Camillo prima, e del Santo poi; con gli abitanti di Bucchianico.

La casa dove nacque S.Camillo, è uno scrigno meraviglioso di devozione...nulla è stato modificato da quel lontano giorno...eppure sembra abitata tutt'ora,immersa con estrema naturalezza nella quotidianità del paese.

Ogni mattone, ogni tegola, ogni balcone o finestra sembrano parlare del Santo...ma forse questa è solo la suggestione di chi , come me, per la prima volta, mette piede a Bucchianico.

Di tutti i luoghi che è possibile visitare, quello in assoluto che lascia un segno nel profondo del cuore, è la cripta sotto il convento,dove di fronte al simulacro del Santo, se ci si raccoglie anche solo per un attimo in silenzio, è quasi possibile ascoltare il battito del cuore di S.Camillo, quel cuore immenso che tanto ha saputo donare e che altrettanto continua a donare per mezzo di quanti hanno raccolto il suo insegnamento; senza soluzione di continuità attraverso i secoli.

Bucchianico e il Nostro Santo , rimangono legati da un filo invisibile soltanto agli occhi degli scettici, e quando si riprende la via del ritorno, voltandosi indietro, si ha quasi l'impressione di ripartire senza un pezzetto del proprio cuore,ma con un battito di quello di S.Camillo!

(Maura)

Organigramma Associativo

Consiglio Direttivo:

Guida Spirituale: Padre Modeste Ouedraogo M.I.(Religioso Camilliano)
Presidente: Filippo Bruni
Vicepresidente: Rosanna Leacche
Segretario: Claudia Marcheggiani
Tesoriere: Francesco Mecozzi
Consigliere: Francesca Magostinı
Consigliere: Chiara Fasolino
Consigliere: Daniele Mariotti

Altri Incarichi:

Referente Facebook: Francesca Magostini
Referente Cellulare: Claudia Marcheggiani
Referente Blog: Filippo Bruni
Grafica: Claudia Marcheggiani
Collaboratore Grafico: Daniele Mariotti

Modalità di Iscrizione:

A norma dell’ art. 4 del nostro Statuto e del regolamento interno, le domande di adesione all’Associazione possono essere compilate con un qualsiasi membro del Consiglio Direttivo, che provvederà a presentarla al vaglio dell’intero Consiglio.
Il Consiglio Direttivo entro due mesi esamina le domande presentate e dispone in merito all’accoglimento o meno delle stesse; in assenza di accoglimento entro il termine predetto la domanda si intende respinta. (art. 4.4)
Durante i due mesi il richiedente dovrà svolgere attività di ausilio ai volontari già in essere, per capire ed apprendere tutte le norme e le modalità per svolgere il volontariato.
In ottemperanza al Regolamento interno dell’Istituto, i nostri Soci avranno un cartellino di riconoscimento per svolgere attività di volontariato all’interno del Villaggio, recante: nome, cognome, anno di validità ed il timbro dell'Associazione di volonariato.

Attività:

Dal 2005 le attività dell'Associazione comprendono:

- nel periodo estivo il “Campo Arcinazzo”, ogni anno viene organizzato un periodo di vacanza per i ragazzi ed i bambini presso gli Altipiani di Arcinazzo, durante il quale si effettuano escursioni, pic-nic, passeggiate all’aria aperta, momenti di comunione e tanto altro divertimento;
- durante l'anno si organizzano attività per le Casette, che comprendono passeggiate, pic-nic e merende con i ragazzi, con l'intento di fargli vivere in amore momenti in compagnia;
- in periodi particolari quali: Capodanno, Natale, Epifania, Carnevale, Pasqua, ecc. si organizzano divertenti festicciole per i ragazzi ed i bambini che rimangono in Casetta;
- abbiamo partecipato con i Religiosi Camilliani al soccorso nelle zone terremotate dell’Abruzzo, portando loro generi di prima necessità nel periodo di emergenza.